Lo riporta il Wall Street Journal, citando fonti dell'amministrazione Trump e del Congresso. Il Pentagono giustifica la decisione con una "revisione strategica delle priorità militari". Attesa una telefonata tra il tycoon e Zelensky

Missili e sistemi antiaerei Usa destinati a Kiev sono rimasti bloccati in Polonia

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal il 2 luglio, gli Stati Uniti hanno sospeso la consegna di armi destinate all'Ucraina e attualmente stoccate in Polonia. Tra il materiale fermato figurano sistemi avanzati di difesa aerea e missili di precisione. Il Pentagono ha confermato l'interruzione durante un briefing lo stesso giorno, spiegando che è in corso una "revisione delle capacità" per assicurarsi che l’assistenza militare americana sia in linea con le sue "priorità strategiche di difesa". Decisione che sarà probabilmente discussa durante una telefonata tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky che, secondo Politico, dovrebbe avvenire a breve.

 

Le armi trattenute comprendono oltre due dozzine di missili Patriot PAC-3, più di venti sistemi antiaerei Stinger, missili aria-superficie Hellfire e oltre 90 missili aria-aria AIM destinati agli F-16 ucraini. La notizia è stata confermata da fonti dell’amministrazione statunitense e del Congresso. "Si tratta di una misura di buon senso e pragmatica per stabilire un quadro di valutazione sull’invio delle munizioni", ha dichiarato il portavoce del Pentagono, Sean Parnell. "Le forze armate statunitensi", ha aggiunto, "hanno tutto ciò di cui hanno bisogno per operare in qualsiasi parte del mondo, in qualsiasi momento".

 

La pausa arriva in un momento critico per l’Ucraina, sottoposta a un’intensificazione degli attacchi russi con missili e droni. La decisione del Pentagono ha suscitato critiche bipartisan a Washington. Il deputato repubblicano Brian Fitzpatrick, co-presidente del Congressional Ukraine Caucus, ha definito la sospensione "inaccettabile", mentre il senatore democratico Richard Blumenthal l'ha bollata come "fallace e forse persino disonesta". Il Segretario generale della Nato Mark Rutte ha sottolineato l'urgenza di continuare a sostenere Kyiv: "Capisco perfettamente che gli Stati Uniti debbano tutelare i propri interessi," ha dichiarato. "Ma nell’immediato l’Ucraina non può fare a meno di tutto l’aiuto possibile".

 

La revisione del supporto militare all'Ucraina sarebbe stata guidata da Elbridge Colby, sottosegretario alla Difesa ed esponente di un movimento interno al Partito repubblicano che intende spostare le risorse statunitensi dall’Europa e dal Medio Oriente verso l’Indo-Pacifico per fronteggiare la minaccia rappresentata dalla Cina. Detti "prioritizzatori", il gruppo gode dell'appoggio del vicepresidente J.D. Vance, critico dell’assistenza americana a Kyiv. La Casa Bianca ha spiegato che l'obiettivo dello stop ai rifornimenti è "mettere al primo posto gli interessi americani", ma l’assenza di una data certa per la ripresa delle consegne alimenta incertezze e tensioni tra alleati.

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