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21 agosto, 2025Nella notte è scattata l'operazione di terra contro il centro più popoloso della Striscia, migliaia di palestinesi in fuga. Hamas: "Totale disprezzo per gli sforzi dei mediatori"
Dopo l’annuncio di Benjamin Netanyahu e dopo la successiva approvazione del piano da parte del ministro della Difesa Israel Katz, l’esercito israeliano ha dato il via alla prima fase dell’invasione terrestre di Gaza City. L’occupazione di quello che una volta era il centro più popoloso della Striscia, e che dal 7 ottobre 2023 è diventato il punto dove sono ammassati più palestinesi, è diventato l’obiettivo primario di Israele. “Abbiamo avviato le operazioni preliminari e le prime fasi dell'attacco: le nostre forze controllano già la periferia”, ha dichiarato il portavoce dell’Idf, Effie Defrin, in un comunicato ufficiale citato dai media internazionali.
Defrin ha anche confermato quanto anticipato ieri — 20 agosto — da Katz, e cioè che nei prossimi giorni saranno inviate circa 60 mila lettere di coscrizione per richiamare i riservisti, con altre 20 mila previste entro la fine del mese di agosto. Centinaia di palestinesi nei sobborghi di Zeitoun e Sabra si stanno spostando verso la parte nordoccidentale della città, mentre le truppe israeliane hanno cominciato a operare nelle aree di Zeitoun e Jabalia, preparando l’occupazione militare della città. Per il portavoce dell’Onu Stephane Dujarric, “è abbastanza ovvio che questo creerà un altro sfollamento di massa di persone che osno già state sfollate diverse volte”.
La nuova fase si svolge sullo sfondo delle fragilissime trattative per la tregua e per il rilascio degli ostaggi, anche se secondo Hamas l’annuncio dell’avvio dell’occupazione "testimonia un palese disprezzo per gli sforzi compiuti dai mediatori”. Israele, continua Hamas, "insiste nel proseguire la sua guerra barbarica" e Netanyahu "dimostra di essere il vero ostacolo a qualsiasi accordo”.
Da Gaza alla Cisgiordania, la situazione rimane altrettanto critica dopo l’approvazione israeliana del progetto E1 che, con la previsione di nuovi insediamenti da oltre 3.300 unità abitative tra Gerusalemme e Ma’ale Abumim, finirà di fatto per spezzare in due la West Bank.
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