Il caso

Uno, nessuno, diciassette. Vittorio Sgarbi è ancora l'uomo dei record di poltrone

di Simone Alliva   6 febbraio 2024

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Vittorio Sgarbi

L'autosospeso sottosegretario alla Cultura riveste altri 16 incarichi. Il possibile addio alla poltrona più prestigiosa potrebbe portare a una serie di dimissioni? Macché, ora si parla di una candidatura alle Europee. Con tanto di nuovo simbolo

Sono sedici le poltrone occupate da Vittorio Sgarbi, attualmente nella posizione di dimissionario dalla diciassettesima, cioè quella di sottosegretario alla Cultura del ministero guidato dal Gennaro Sangiuliano. Prototipo inimitabile del vitalismo all'italiana per cui un incarico, una poltrona, un'ospitata televisiva tutto va bene purché si fatturi, il critico d'arte può vantare incassi formidabili nonostante la legge Frattini vieti: "attività professionali in materie connesse alla carica di governo”. 

 

Era stata la delibera dell'Antitrust a sentenziare l'uscita di scena dal ministero da parte del critico d'arte, come già avvenuto nel 2002 durante il governo Berlusconi. Sgarbi però ha annunciato il ricorso al Tar, a tutela del diritto costituzionale di manifestazione libera del pensiero, ma la sua posizione va a sbattere contro i circa 300mila euro incassati in meno di un anno. Difficili da giustificare per chi ricopre un incarico pubblico.

 

A fare la radiografia di tutte la altre posizioni occupate da Sgarbi è la stessa Antitrust: dal 2018 sindaco di Sutri (in provincia di Viterbo) in scadenza, dal 2019 prosindaco di Urbino, dal 2020 "assessore alla Bellezza" del comune di Viterbo. A queste si aggiungono altre posizioni: Commissario per le Arti di Codogno (Lodi); responsabile nazionale per la valorizzazione dei beni culturali, storici e artistici di Anci; Presidente del Mart di Trento e Rovereto; Presidente della Fondazione Gypsoteca e Museo Canova di Possagno; Presidente della Fondazione Ferrara Arte; Presidente del consiglio di amministrazione del Museo dell’Alto Garda; Presidente del Parco della antichissima città di Sutri; membro del Comitato scientifico della Galleria Nazionale di Urbino; membro per il Museo Galileo di Firenze e delle Gallerie dell’Accademia di Venezia; Direttore artistico della Fondazione Pallavicino di Genova; Direttore artistico della Fondazione Pio Alferano e Virginia Ippolito; Presidente di Rinascimento Associazione Culturale.

 

Proprio da qui l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha verificato tutti gli elementi denunciati da una "fonte anonima" che poi si è scoperto essere un ex collaboratore della segreteria ministeriale del medesimo Sgarbi. L’Autorità contesta al dimissionario sottosegretario l’attività privata esercitata attraverso il suo sito, attraverso cui il sottosegretario offre al pubblico scritti e dediche personalizzate, previo pagamento. Un’attività poi stoppata: e questa è l’unica attenuante riconosciuta dall’Autorità. Senza contare attività tra ospitate televisive, lectio magistralis, conferenze e interventi a vario titolo come critico d'arte retribuito. 

 

La partecipazione, spiega l'Autority che sul dossier ha lavorato per 4 mesi, veniva negoziata per lo più da Ars Srls, "una società fittiziamente amministrata da Antonino Ippolito (già Suo Capo Segreteria) e la cui effettiva titolarità è palesemente riconducibile allo stesso Sgarbi e alla di Lui compagna, Sabrina Colle". Ci sono po finanziatori privati ma anche Comuni: ad esempio il Comune di Garbagnate Milanese ha versato 5.000 euro più Iva ad Ars per la presentazione del libro "Scoperte e Rivelazioni". Stessa cifra da Alta Val Tidone, mentre 4.000 euro sono stati versati dal Comune di Ascoli Satriano per la partecipazione del critico alla cerimonia "Grifoni d’oro 2023”. Un sistema per cui il Capo Segretaria Ippolito, amministratore unico della società Ars, si faceva così carico di garantire la presenza di Sgarbi agli eventi, dietro il pagamento di un "gettone" e delle spese connesse come vitto, alloggio, trasporto.

 

Su questa specie di esperimento scientifico Sgarbi aveva recentemente confessato in un’intervista al Corriere della Sera il suo segreto: dormire dalle 5 alle 10 del mattino «perché la notte a un certo punto la gente smette di rompermi le palle e ho finalmente tempo di leggere e pensare. Al lavoro nessuno fa niente fino alle 11» e bere «solo acqua gassata e lambrusco».

 

Il caso Sgarbi per il Governo sembra chiuso, con la presidente Meloni che "accoglie" le dimissioni, come raccontato da L'Espresso. Benché il critico non abbia intenzione di mollare. A questa bulimia di incarichi si potrebbe presto aggiungerne un altro, ben pagato e pronto a sostituire quello di sottosegretario: tra poche settimane il presidente della Provincia di Trento, il leghista Maurizio Fugatti (che nel 2019 aveva imposto Sgarbi alla presidenza del Mart), dovrà decidere se rinnovargli la carica o meno. Potrebbe anche raddoppiarla:  oltre all'incarico a Rovereto, potrebbe portare a casa una sorta di ufficio di coordinamento di tutti i musei della provincia, dal Mart al Muse fino al Castello del Buon Consiglio. 

 

E poi c'è la politica, con gli occhi puntati alle Europee. Da tempo si rincorrono voci sulla sua possibile candidatura e il dimissionario sottosegretario starebbe anche lavorando a un suo simbolo. Ma la proposta più concreta arriva dal sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, che intervistato dal Fatto Quotidiano ha spiegato che vorrebbe candidare il sottosegretario dimissionario nel suo partito Alternativa Popolare. «L'ho chiamato alle dieci e mezzo, ha detto che ci avrebbe riflettuto, ma io un posto per lui ce l'ho sempre libero».