La destra al governo torna all’assalto del reato di tortura. Questa volta le critiche arrivano direttamente dal segretario della Lega Matteo Salvini che, durante un convegno sul decreto Sicurezza organizzato dal Carroccio, ha chiesto di circoscriverne l’applicazione. “È frustrante che la polizia penitenziaria sia poco presente sui giornali rispetto ad altre forze dell’ordine. E quando succede, è perché viene attaccata”, ha detto Salvini, che poi ha aggiunto: “Rivedere, circoscrivere e precisare il reato di tortura per permettere agli agenti di fare seriamente il loro lavoro per me è da fare. E chi se non la Lega lo può fare?”. Non una richiesta di depennamento, ma l’intenzione – e non è la prima volta – di rivedere un reato introdotto tra mille difficoltà solo nel 2017 dopo svariate sentenze di condanne delle corti europee. Bisogna “permettere alla penitenziaria di fare il suo lavoro – è il ragionamento di Salvini –. Non abbiamo ancora un testo definito, coinvolgeremo le parti interessate”.
La replica di Ilaria Cucchi
A stretto giro sono arrivate le critiche di Ilaria Cucchi: “In quanto ministro dei Trasporti, Salvini dovrebbe occuparsi di quello. Vorrei fargli presente che non sono in generale gli agenti ad essere etichettati di essere 'torturatori' ma lo sono quelli perseguiti penalmente per questo reato, sul quale non permetteremo che vengano messe le mani soltanto per pura propaganda politica – ha attaccato la senatrice di Avs –. Il mio pensiero va a tutte le vittime di torture, a partire da quelli della mattanza nell'istituto di Santa Maria Capua Vetere, e la mia solidarietà va anche ai magistrati che con la schiena dritta non si fanno intimidire”.
"Per Salvini al fine di consentire alle forze dell'ordine di fare seriamente il loro lavoro occorre ridurre l'applicazione del reato di tortura. Insomma bisogna lasciare mani libere, con buona pace dei principi liberali su cui si fonda uno Stato democratico, delle convenzioni internazionali, del buon senso – ha replicato il senatore del Pd, Alfredo Bazoli –. Frasi dettate da un'attitudine autoritaria che si è già manifestata col decreto Sicurezza e che alzano la tensione, di certo non aiutando le nostre forze di pubblica sicurezza".
Una (breve) storia del reato di tortura
Entrato nel codice penale italiano con la legge 110 del 2017, il reato di tortura è stato approvato dopo un iter parlamentare particolarmente tortuoso e dopo non poche mediazioni tra i partiti; elemento che ha portato l’allora parlamentare Pd, Luigi Manconi, primo firmatario della legge, ad astenersi durante il voto finale perché considerava “mediocre” il compromesso raggiunto. Prima di quell’anno, diverse sentenze avevano condannato l’Italia in riferimento alla mattanza della scuola Diaz e della caserma di Bolzaneto quando, nel 2001 durante il G8 di Genova, è avvenuta quella che Amntesty International ha definito “la più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale”.
La prima condanna per questo nuovo reato è arrivata il 15 gennaio del 2021, quando un agente di Ferrara è stato condannato per aver torturato un detenuto in carcere. Da lì i casi si sono moltiplicati. Tra i più gravi, i fatti di Santa Maria Capua Vetere, quando il 6 aprile del 2020 decine di agenti scelsero la violenza per reprimere le proteste dei detenuti durante i primissimi giorni del Covid: il processo a 52 imputati è ancora in corso. Altri casi eclatanti hanno riguardato il carcere per minori Beccaria di Milano – quando ad aprile dello scorso anno sono stati arrestati 13 agenti – o il penitenziario di Trapani, in cui sono 25 i poliziotti coinvolti.
L'abrogazione proposta da FdI
La proposta del segretario della Lega è stata accolta con freddezza da Forza Italia, secondo cui ci serve “grande attenzione” anche se – come ha affermato il portavoce degli azzurri, Raffaele Nevi – “non siamo pregiudizialmente contrari”. Ma non è la prima volta che la destra al governo prova a mettere le mani sul reato di tortura: ad agosto del 2023, un disegno di legge di Fratelli d’Italia proponeva di abolire totalmente il reato, derubricandolo a semplice aggravante. In linea con il programma di governo con il partito di Meloni ha vinto le elezioni del 2022.
Ostellari: "Per polizia, tutela processuale e taser"
Tortura ma non solo. Al convegno organizzato dal Carroccio si è parlato, più in generale, della maggiore tutela che secondo la Lega meriterebbero le forze di polizia. “Non avete bisogno di uno scudo totale dalla legge, voi avete bisogno, come la polizia fuori, di una tutela processuale" per "non iscrivere più la gente nel registro degli indagati come se fosse una macchia, ma effettuare accertamenti necessari in tempi rapidi quando c'è la presenza di una causa di giustificazione. Cosa che avviene sempre nello svolgimento del vostro compito – ha detto il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari –. Questo è quanto la Lega propone e vorremmo portare a termine nei prossimi mesi”. “L'altro obiettivo sono gli strumenti: si è parlato tanto del taser nei nostri istituti e tanti sono contrari. Noi, invece, pensiamo che, disciplinato bene, lo strumento del taser possa essere uno strumento valido, a tutela vostra e dei detenuti stessi”.