Politica
18 settembre, 2025Passa la richiesta della maggioranza per salvare la capo gabinetto di Nordio: se si riconoscesse che il reato ipotizzato è "connesso" rispetto a quelli contestati agli altre tre co-indagati, anche Bartolozzi potrebbe godere di immunità (e non andare a processo)
Il caso Almasri, approdato sul tavolo della Giunta per le autorizzazioni della Camera, per ora si sta declinando nel tentativo della maggioranza di governo di salvare Giusi Bartolozzi, la capo gabinetto del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, indagata per false dichiarazioni. Il punto centrale è che Bartolozzi, non essendo coperta da immunità parlamentare come gli altri co-indagati — oltre al Guardasigilli, anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano — rischierebbe di essere l’unica a finire, eventualmente, a processo (ipotizzando che, verosimilmente, la Camera alla fine negherà l’autorizzazione a procedere per i tre membri del governo).
Questa mattina — 18 settembre — la Giunta per le autorizzazioni ha approvato la richiesta della maggioranza di chiedere a procura e tribunale dei ministri un chiarimento sulla posizione di Bartolozzi; richiesta che dovrà ora essere trasmessa al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, per essere poi inoltrata ai magistrati.
Salvare Bartolozzi
L’obiettivo del centrodestra, su impulso di Fratelli d’Italia, è quello di parificare l’inchiesta su Bartolozzi a quella su Nordio, Piantedosi e Mantovano. La maggioranza sostiene che il reato contestato dalla procura sia “connesso” e non “in concorso”. Così facendo, la destra sta cercando di sottrarre la capo di gabinetto di via Arenula al procedimento ordinario e scudarla con l'immunità. È stato lo stesso Nordio a confermarlo, ieri in Transatlantico: “Nel testo del Tribunale dei ministri c’è quello che si chiama un nesso teleologico tra quello che avrebbe fatto la capo gabinetto e quanto fatto dal ministro, ossia quando si commette un reato per occultarne un altro. Quindi la connessione è evidente”, ha detto il ministro ripetendo sostanzialmente quanto scritto in alcuni passaggi delle 23 pagine di memoria difensiva presentata dal governo.
Il voto della Giunta il 30 settembre (ma non per Bartolozzi)
Il prossimo step, una volta ottenuti i chiarimenti richiesti ai magistrati, dovrebbe essere quello di sollevare un conflitto d’attribuzione dinanzi alla Corte costituzionale. Ma i tempi per Bartolozzi potrebbero non coincidere per quelli sui tre ministri: per quest’ultimi la Giunta voterà il 30 settembre, con il caso che dovrebbe approvare in Aula a ottobre, mentre per la capo gabinetto di Nordio il cronoprogramma dovrebbe essere ben più lungo.
Le proteste delle opposizioni
Le opposizioni non hanno partecipato al voto e hanno attaccato pesantemente il centrodestra. "La maggioranza mostra un'ostinazione incomprensibile e pericolosa nel voler insabbiare e bloccare tutto, impedendo alla giustizia di fare il proprio corso. Un atteggiamento che non ha altre giustificazioni, se non quello di coprire responsabilità politiche sempre più evidenti — ha attaccato la capogruppo Pd in Giunta, Antonella Forattini —. Con il voto di oggi il governo dimostra tutta la sua debolezza e ricattabilità: da un lato nei confronti della milizia libica, a cui ha dovuto cedere, dall'altro sul fronte interno verso i propri funzionari, che potrebbero avere in mano documenti capaci di smontare l'intera ricostruzione altalenante e omissiva fornita finora”.
Per le parlamentari pentastellate Daniela Torto, Enrica Alifano e Carla Giuliano, “la maggioranza sta cercando di estendere la solita scappatoia addirittura a chi non è né ministro, né parlamentare. È il solito abuso che umilia le istituzioni, ormai marchio di fabbrica del centrodestra”.
“Scopriamo che in Italia il ministro della Giustizia non si chiama più Nordio ma Giusi Bartolozzi. Il vero dominus a via Arenula è il capo di gabinetto — ha detto Enrico Borghi di Italia Viva —. Nella vicenda Almasri chi prese il bandolo in mano, creando una situazione pasticciata, fu Bartolozzi. Basta leggersi le carte e guardare le spiegazioni diverse che Nordio e Piantedosi hanno dato in aula rispetto alla memoria difensiva consegnata alla Giunta per le autorizzazioni della Camera”.
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