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Nuova Alitalia, ecco la lettera dell'Unione Europea che rischia di bloccare l’operazione

di Antonio Fraschilla e Carlo Tecce   19 gennaio 2021

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Nove pagine inviate dalla Commissione Ue con 62 quesiti che di fatto mettono dei paletti all’avvio della nuova società Ita. Su cui il governo ha investito 3 miliardi di euro

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Nove pagine fitte di domande, e paletti, sull'operazione nuova Alitalia, che si chiama Ita. Una lettera dello scorso 8 gennaio - che l'Espresso pubblica integralmente - inviata dalla Commissione europea al governo Conte che di fatto rischia di bloccare una delle operazioni più importanti: il salvataggio della compagnia di bandiera con 3 miliardi di euro pubblici. Ma proprio il sospetto che si tratti soltanto di «una semplice operazione di trasferimento societario senza discontinuità con la vecchia azienda» preoccupa Bruxelles, che ha chiesto lumi all'Italia mettendo: «La nuova società non può chiamarsi in alcun modo Alitalia o richiamare questo marchio, vanno ceduti slot e non può essere trasferito il programma Millemiglia in toto alla nuova spa».

La lettera pone domande che contengono già all'interno la risposta. Una lettera che può far slittare l'avvio della nuova compagnia, previsto per aprile. Molto dipende dal governo di Conte e dal commissario di Alitalia, Giuseppe Leogrande, che deve recuperare il tempo perduto, immettere subito sul mercato, a pezzi, la vecchia compagnia e consentire a Ita dell'amministratore delegato Fabio Lazzerini di prendersi ciò che serve in modo che non ci sia un passaggio diretto come teme Bruxelles.
 
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La missiva della Commissione europea, comunque, inizia con un ampio preambolo: «La Commissione deve stabilire se la NewCo è in discontinuità economica con Alitalia. Questo test si basa sui criteri individuati nei pertinenti precedenti della Corte di giustizia. Tali criteri consistono nel prezzo di mercato, nell'identità dell'azionista o degli azionisti della NewCo, nell'oggetto della vendita (compresi i beni, il personale e i contratti trattenuti dalla NewCo), la logica economica della transazione e il momento in cui avviene il trasferimento… In secondo luogo, l'investimento pianificato nella NewCo deve essere conforme al mercato. In altre parole, un investitore privato operante nelle normali condizioni di un'economia di mercato avrebbe dovuto e potuto fare l'investimento in questione».
 
Dopo il preambolo c'è l'elenco composto da 62 richieste di chiarimento. Citiamo le principali. Ad esempio sulla «discontinuità economica»: «Come discusso in diverse occasioni in passato, il team del caso ritiene che quanto segue aiuterebbe a garantire la discontinuità in questo caso: le attività dovrebbero in linea di principio essere vendute mediante un'offerta aperta, trasparente, non discriminatoria e incondizionata; la NewCo non dovrebbe mantenere le attività combinate di aviazione, assistenza a terra e manutenzione. Dovrebbe concentrarsi sul business dell'aviazione. Le attività di assistenza a terra e manutenzione dovrebbero essere vendute separatamente a terzi; dovrebbe essere abbandonato un certo numero di bande orarie negli aeroporti congestionati; il marchio Alitalia non deve essere mantenuto da NewCo, poiché è un indicatore emblematico di continuità. Il programma fedeltà di Alitalia non dovrebbe essere semplicemente trasferito alla NewCo. Anche in questo caso è preferibile una gara per garantire la discontinuità».
 
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E ancora sulle «tratte della NewCo, in confronto con le tratte di Alitalia»:  «Secondo la bozza del piano industriale  - scrive al Commissione - la strategia di Ita sarebbe quella di concentrarsi sui principali mercati a lungo raggio, mantenendo la capacità complessiva razionalizzando le rotte nazionali non redditizie ed espandendosi su selezionati mercati europei. Alla luce di quanto sopra, si prega di rispondere alle seguenti domande: A. In che modo ITA organizzerà la sua strategia di focalizzazione sulle rotte con un contributo positivo alla rete? Come individuerà le rotte in questione, in particolare quelle nazionali, dove c'è una forte concorrenza con i vettori low cost? ITA ha effettuato un'analisi preliminare di mercato della concorrenza sulle rotte nazionali? B. Spiega in che modo questa strategia differisce dalla normale selezione della rotta da stagione a stagione che Alitalia ha effettuato tra il 2015 e il 2020. C. Indicare nel dettaglio quali sono le rotte di lungo raggio su cui ITA concentrerà la propria operatività e quali sono le rotte di lungo raggio già coperte da Alitalia che ITA non intraprenderà. Si prega di indicare quali sono le principali rotte strategiche da varare nel 2021. Si prega di giustificare anche le fonti, i calcoli e le anticipazioni della domanda di voli a lungo raggio, su cui ITA baserà la propria strategia industriale. D. Fornire un'analisi (Excel) di redditività rotta per rotta che indichi tutte le rotte servite da Alitalia nel periodo 2015-2020 (per anni) con informazioni su passeggeri, numero di voli, costi variabili, costi fissi e redditività complessiva. Fornisci anche le tue stime sulla redditività attesa di ciascuna rotta per ITA (sulla stessa base disaggregata) e concilia la redditività di Alitalia nel periodo 2015-2020 e la redditività attesa di ITA per il 2021-2025; E. Indicare nel dettaglio quali sono le rotte nazionali ed europee, già coperte da Alitalia nel 2015-2020, che non saranno coperte dalle operazioni di ITA e le ragioni di queste scelte (redditività, strategia, ecc.)».
 
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Interessanti anche le domande sulla «strategia degli hub di Ita e la resa degli slot negli hub congestionati»: «Comprendiamo che Alitalia ha accumulato perdite consistenti e perso quote di mercato, in particolare a causa dello sfruttamento di tre hub concorrenti (Fiumicino e Malpensa per il lungo raggio, Linate per il breve / medio raggio). Capiamo anche dalla bozza di Piano Industriale che la strategia di ITA è quella di mantenere una strategia multi-hub mantenendo i suoi hub a Fiumicino e Linate (utilizzando il secondo principalmente per il traffico intraeuropeo). Si prega di spiegare in dettaglio la logica alla base di questa strategia, fornendo eventuali prove a sostegno della sua discontinuità con il precedente approccio multi-hub facendo riferimento al traffico e alla quota dei ricavi generati in ciascuno dei tre aeroporti nel 2015-2020 nel caso di Alitalia e alle proiezioni per ITA per il periodo 2021-2025; B. Come accennato in precedenza, uno degli indicatori di discontinuità economica è la consegna di un numero significativo di bande orarie negli aeroporti congestionati. La bozza del piano industriale indica il mantenimento del controllo sugli slot di Linate e Fiumicino come uno degli elementi centrali della strategia complessiva di ITA. Più in generale, il progetto di piano industriale non indica se e in quale misura ITA intende rinunciare alle bande orarie negli aeroporti congestionati».
 
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Un paragrafo molto delicato della missiva riguarda il personale: «Apprendiamo dalla bozza del piano industriale che Ita inizierà nel 2021 con 5.200-5.500 dipendenti. Capiamo che questo personale provenga dall'attuale Alitalia. Si prega di spiegare su quale base, in base a quale tipo di accordo e a quali condizioni verrà assunto il personale di Alitalia. Spiegare in particolare se Ita rileverà i contratti di personale esistenti e a quali condizioni. Si prega inoltre di indicare cosa accadrà ai dipendenti di Alitalia che non saranno ripresi da Ita nel 2021, specificando in particolare se saranno licenziati o meno. Si prega di fornire anche informazioni sul numero di dipendenti Alitalia che hanno effettivamente lavorato nel periodo successivo a marzo 2020 su base mensile; B. Si capisce dalla diapositiva 51 della bozza di Piano Industriale che il numero dei dipendenti di ITA raggiungerà livelli paragonabili a quelli di Alitalia già nel 2023 (8700/9100 dipendenti). Indicare sulla base di quali elementi e quali processi verrà presa la decisione di aumentare la forza lavoro. Si prega di fornire una descrizione dettagliata dei processi di selezione».
 
Dubbi di Bruxelles anche sulla manutenzione dei mezzi e il piano industriale presentato da Ita: «Per quanto riguarda la manutenzione, si capisce dalla bozza del piano industriale che Ita prevede di affidare la manutenzione ad una società creata ad hoc e controllata al 100 per cento da Ita. Questa società fornirà servizi di manutenzione a prezzi di mercato. Si prega di indicare le motivazioni economiche e strategiche per non acquisire servizi di manutenzione sul mercato da fornitori terzi».
 
Infine sul marchio Alitalia la Commissione Ue chiede al governo di «fornire una stima del valore del marchio di Alitalia e spiegare anche se Ita intende acquisire il marchio a prezzo di mercato e se tale prezzo di mercato risulterebbe da un'offerta».
 
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In generale per la Commissione in questo momento «l'investimento (conferimento di capitale) pianificato dall'Italia in Ita può sollevare preoccupazioni in materia di aiuti di Stato poiché non è chiaro se sarà conforme al mercato. Chiediamo di fornire dettagli sul ritorno sull'investimento previsto per lo Stato italiano nella struttura del capitale prevista nel progetto di Piano Industriale. Fornire benchmark adeguati e motivazioni che dimostrino perché l'investimento menzionato sarebbe accettabile per un investitore che opera in condizioni di mercato normali».