Dopo i raid di Israele sull’Iran delle prime ore dell’alba di oggi, 13 giugno, sono state registrate nuove esplosioni a Tabriz, nel Nord-Ovest del Paese, sede di importanti raffinerie. Secondo quanto riferito da Yedioth Ahronoth, ci sono esplosioni nella zona dell'aeroporto. Nel frattempo, tutti i droni lanciati da Teheran verso Israele sono stati intercettati fuori dai confini del Paese. E l’Home Front Command israeliano ha diffuso un aggiornamento in cui comunica ai civili che non è più necessario restare nei pressi dei rifugi antiaerei, restano tuttavia in vigore le restrizioni sugli assembramenti. Tra i luoghi colpiti anche il quartier generale dei Pasdaran. Esplosioni si sono verificate anche a Shiraz, nel Sud-Ovest.
Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha fatto sapere che la maggior parte dei vertici dell’areonautica militare dei Guardiani della rivoluzione islamica – che nei raid hanno perso il loro comandante, Hossein Salami, subito sostituito da Khamenei con Mohammad Pakpour – sono stati eliminati mentre si trovavano in una riunione in un centro di comando sotterraneo.
Per l’Iran i ripetuti attacchi israeliani sono “una dichiarazione di guerra” che avrà una risposta. “Siamo pienamente preparati e sosterremo le nostre forze operative in ogni modo possibile. Siamo pronti ad affrontare anni di combattimenti continui e le forze armate sono completamente equipaggiate”, ha affermato il ministro della Difesa iraniano, Aziz Nasirzadeh. “I criminali sionisti devono sicuramente aspettarsi una risposta schiacciante e dolorosa dalle nostre forze armate”, ha detto Nasirzadeh, come riferisce Mehr.
"Se Dio vuole, il regime sionista si pentirà della sua azione odierna". Così il presidente iraniano Masoud Pezeshkian è intervenuto su X. "Non appena si è verificato l'attacco criminale del regime sionista, il presidente e la squadra governativa hanno assunto la gestione della situazione e si è tenuta una riunione speciale del consiglio governativo a questo proposito", si legge sull'account X del presidente iraniano. "Pezeshkian parlerà presto alla popolazione", prosegue il post.
Il sito nucleare di Natanz, il più grande del Paese che dispone dell’infrastruttura necessaria per l’arricchimento a fini militari, è stato fortemente danneggiato: gli attacchi hanno compromesso "il complesso sotterraneo del sito contenente una sala di arricchimento a più piani con centrifughe, cabine elettriche e infrastrutture di supporto aggiuntive". Distrutte anche altre infrastrutture vitali che "consentono la continuità operativa del sito", ha spiegato l'esercito israeliano.