Politica
9 luglio, 2025Dopo la liste show con Trump, il genio di Tesla è sparito dalla narrazione del centrodestra. E i suoi affari in Italia? Fermi, anzi surgelati
C’era una volta Elon Musk, l’ospite d’onore del centrodestra italiano. Ospitato da Meloni, osannato da Salvini, invitato a convegni tra libertà digitale e sovranismo quantistico, citato come “l’uomo che sfida il politicamente corretto” e persino accarezzato come partner industriale per l’Italia 4.0.
Poi è arrivato Trump. E il teatrino globale con Musk, che prima lo blandiva e poi lo ha silurato su X (ex Twitter) con una scarica di post velenosi. Risultato? Musk è uscito dal giro anche a Roma. Come se non fosse mai esistito. Le frasi tipo “Musk è un visionario” o “finalmente un imprenditore che dice le cose come stanno” sono sparite dal vocabolario meloniano. Salvini, che fino a sei mesi fa postava foto di razzi SpaceX, oggi non lo cita neanche di striscio. Nessuna menzione pubblica. Nessuna difesa d’ufficio. Nessuna presa di posizione dopo lo scontro Trump vs Musk. Silenzio cosmico.
Dietro le quinte di Palazzo Chigi, le fonti parlano chiaro: “È tutto fermo. Tutti i dossier Musk-related sono congelati. I contatti? Non si sentono da mesi.” In stand-by: il progetto Starlink per la connettività nazionale, la possibile gigafactory Tesla nel Sud Italia, le collaborazioni con l’Aeronautica sul lancio di satelliti e infrastrutture spaziali.
Dopo il gelo con Trump, fare affari (o anche solo selfie) con Musk è diventato imbarazzante per l’asse atlantista. Meloni non vuole aprire un fronte di nervi con Washington. Salvini – che con Musk condivideva posizioni su green e censura online – ha capito che ora tira un’altra aria. E quindi: tutti zitti.
Musk non è stato “scaricato” ufficialmente. Ma nei palazzi romani non si nomina più, come fosse Voldemort. Nessuna smentita, nessun comunicato, solo oblio. Una damnatio memoriae in piena regola: “Chi, Elon? Ah, sì… era venuto tempo fa. Ma ora ci sono altre priorità.”
Il gelo non è solo politico. Anche gli apparati tecnici sono in stallo: nessun follow-up sui dossier infrastrutturali in corso; progetti di collaborazione “riassorbiti” dalle Direzioni generali; interlocutori americani sostituiti da altri meno… esplosivi. Vedi la Francia.
Ma tornerà? Difficile dirlo. Se Musk dovesse fare pace con Trump o rientrare in una narrazione “utile” al governo italiano, magari rispunterà. Ma per ora, Elon il visionario è finito nella soffitta dei rapporti pericolosi. Con buona pace di chi voleva fare dell’Italia la “porta europea di Tesla & Starlink”. Nel governo dei patrioti, anche gli idoli cambiano in base all’algoritmo.
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