«L'operazione fu un orgoglio». Giuseppe De Giorgi, già capo di stato maggiore, scrive all'Espresso. Non aveva mai parlato prima, né del naufragio che costò la vita a 268 persone, né del successivo depistaggio. La risposta di Fabrizio Gatti: «Ammiraglio perché avete preso in giro il Parlamento?» 

Devo rilevare con amarezza come nell’articolo di Fabrizio Gatti pubblicato il 19 Novembre 2017 siano stati disattesi i fondamentali requisiti che devono, a mio avviso, ispirare la pubblica informazione, soprattutto quando ci si riferisce a vicende dolorose come il naufragio dell’11 ottobre 2013; purtroppo una delle tante, troppe tragedie in mare in cui hanno perso la vita migliaia di persone, in gran parte africani, destinati a non essere nemmeno ricordati, semplici numeri in una statistica disumana.
Migranti
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L’operazione Mare Nostrum fu decisa dal Governo per fermare la strage in Mediterraneo, per contrastare il traffico di esseri umani, esercitando al contempo un filtro sanitario e di polizia, prima dello sbarco dei migranti sul territorio nazionale. Questi i compiti e lo scopo di Mare Nostrum. I risultati parlano da soli: 151.000 persone messe in salvo e circa 350 trafficanti arrestati. Era evidente che le normali forze in campo non sarebbero state in grado di far fronte alle emergenze in mare connesse con un fenomeno di proporzioni bibliche come la migrazione di centinaia di migliaia di esseri umani. Di qui il ricorso alla Marina Militare. Questa è stata la genesi della più grande operazione umanitaria nella storia della marineria, null’altro. A Mare Nostrum ha fatto seguito Mare Sicuro ed Euronavformed, tutt’oggi in atto, a testimonianza della naturale centralità della Marina Militare nella sicurezza marittima nella sua accezione più ampia.

Far passare Mare Nostrum, operazione apprezzata in tutto il mondo e che tanto onore ha portato all’Italia, come uno strumento per ottenere fondi per le nuove navi è un argomento totalmente infondato oltre che ingiusto e offensivo per la Marina, per la Capitaneria di porto e per tutte le componenti militari e civili che ne hanno fatto parte.
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Sarebbe inoltre sufficiente esaminare la sequenza dei passi e le motivazioni che hanno portato all’approvazione del finanziamento per avviare il rinnovamento della Flotta, da parte del Governo e del Parlamento, per constatare l’infondatezza delle allusioni dell’articolo in questione. Fu infatti, già nell’audizione del 19 Giugno del 2013, alla commissione difesa Senato e Camera, riunite, che esposi lo stato della Marina Militare e le soluzioni necessarie per arrestarne il degrado per l’obsolescenza dei suoi mezzi. Un’iniziativa condivisa preventivamente con il Ministro e con il Capo di Stato Maggiore della Difesa pro-tempore, ben prima delle tragedie in mare citate nell’articolo e approvata seguendo tutti i previsti vagli istituzionali. Un percorso condiviso, anche se non facile, basato su ragionamenti concreti e puntualmente verificati.

È poi appena il caso di evidenziare ?che gli effetti del finanziamento da me proposto si sarebbero concretizzati ?nel decennio 2020/2030, tempi assolutamente incompatibili con le operazioni di Mare Nostrum.

Giuseppe De Giorgi
Ammiraglio di Squadra
già Capo di Stato Maggiore della Marina



LA RISPOSTA DI FABRIZIO GATTI
È ovviamente fuori discussione l’alto valore umano e professionale dell’operazione “Mare Nostrum”, che per un anno ha impegnato il personale della Marina militare, della Guardia costiera, ma anche operatori e medici di organizzazioni non governative. Non è di questo che ci siamo occupati nell’indagine giornalistica che ha accompagnato il film “Un unico destino”, ma dell’annegamento di 268 persone, tra cui sessanta bambini.

Un massacro di civili su cui, fino a questa lettera, l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi per quattro anni ha mantenuto il silenzio. Oggi sappiamo che quel pomeriggio la centrale operativa della Marina ha ordinato alla Libra di andare a nascondersi. Nel frattempo, quando De Giorgi era ancora capo di Stato maggiore, la sua forza armata si è affrettata a fornire notizie non vere al Parlamento.
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Lo ha fatto il 10 gennaio 2014, attraverso l’incolpevole sottosegretario alla Difesa, Gioacchino Alfano: «Per quanto riguarda l’attività di nave Libra, si rappresenta che non appena informata… la centrale operativa della Marina militare… ha disposto di propria iniziativa che nave Libra, a circa 15 miglia nautiche dal natante in difficoltà, dirigesse verso il punto segnalato...». Non era vero. Eppure il 17 maggio 2017, una mano ha consegnato la stessa versione infondata all’attuale ministro della Difesa, Roberta Pinotti, che ignara l’ha letta di nuovo al Parlamento. Il ministro non c’entra nulla. E da due settimane l’allora comandante della centrale operativa della Marina, il capitano di fregata Luca Licciardi, è imputato di omissione d’atti d’ufficio e omicidio colposo, con un ufficiale della Guardia costiera.
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Lei, ammiraglio De Giorgi, non ha ovviamente nessuna responsabilità penale. Ma chiedo a Lei che era il capo di Stato maggiore e ha giurato fedeltà alla Repubblica: può una forza armata, la Sua forza armata, non dire la verità al Parlamento? Può farlo sulla morte di sessanta bambini siriani che cercavano protezione in Europa e contavano sul vostro soccorso? Quale iniziativa ha intrapreso per identificare gli ufficiali che si sono presi gioco del Parlamento? «Questa nuova tragedia, insieme con quella della settimana prima a Lampedusa, ci spinse a varare subito l’operazione Mare nostrum», ci ha raccontato l’allora premier, Enrico Letta. “Mare nostrum” infatti non è stata decisa dopo la strage del 3 ottobre: ma dopo l’omissione d’atti d’ufficio e l’omicidio colposo di 268 persone commesso l’11 ottobre, secondo il Tribunale di Roma, da militari italiani.