È la seconda carica dello Stato ed è potentissimo in Lombardia. Ignazio La Russa è a capo di una rete familiare e politica che controlla affari e poltrone: dalla Difesa alle società pubbliche, passando per Milano. «Il riscaldamento climatico è comunista. Dev’essere così. Altrimenti non si spiega perché l’assessorato alla Sicurezza e Protezione civile della Regione Lombardia, guidato da Romano La Russa, sia riuscito ad assegnare il 70 per cento dei fondi per i danni causati dai nubifragi eccezionali di luglio scorso a Comuni guidati da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia», scrive Gloria Riva nell’articolo di copertina. «Da 52 anni in Parlamento c’è sempre stato un La Russa. Talvolta anche due», aggiunge Sergio Rizzo mentre il direttore, Enrico Bellavia, nell’editoriale ricorda come il governo italiano sia maniacale nel controllo delle opinioni. Ma taccia sugli appalti selvaggi e sulle morti per il lavoro.
Armi all’italiana: Fregate oggi, pagate domani
«C’è una usanza italiana, sempre più accentuata in questa ordalia militarista, di aderire a programmi o attivare programmi per l’acquisto di armi senza avere soldi», spiega Carlo Tecce nell’articolo che apre la Politica de L’Espresso: le nuove navi da guerra costano miliardi, i programmi di spesa sono approvati, ma i soldi non ci sono.
Non chiamatela retroguardia
A due anni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, a dieci dallo scoppio della guerra che ancor oggi sconvolge il Paese di Volodymyr Zelensky, servono nuovi soldati che combattano al fronte. Così sono sempre di più anche le donne che entrano a fare parte dell'esercito. Anche se «la società non è ancora pronta all'integrazione». Ne scrive Chiara Sgreccia da Kiev, per aprire la sezione Esteri.
I guai di Facebook fanno ricco Zuckerberg
Gli scandali ripetuti, le accuse del Congresso, le denunce. Le pratiche predatorie del social network ormai allarmano il mondo intero. Eppure gli utili crescono e il titolo in Borsa anche. Fa il punto Eugenio Occorsio nell’articolo che apre l’Economia.
Una società fondata sugli appunti
Quattro studenti su dieci preparano gli esami senza mai aprire un manuale. E li superano. Ma un sapere frammentato e fragile si fa sempre più strada: «Un sapere così minimo da poter essere condensato in una dispensa, in una raccolta di appunti, in un caos di mappe concettuali: in fogli squadernati di sbobinature di prima o di ennesima mano», scrive Sabina Minardi nell’articolo che apre la Cultura del nostro settimanale.
E poi “Il governo si è fermato a Cutro” di Susanna Turco, “Uno bianca braccio armato dei Servizi” di Paolo Biondani, “Trump sarà peggio di Trump”, il colloquio di Manuela Cavalieri e Donatella Mulvoni con Jonathan Karl. E come sempre molto altro: approfondimenti, inchieste, rubriche, sguardi critici e punti di vista sulla realtà vi aspettano in edicola e online.